Avveniva 70 anni fa il referendum sulla forma di Stato, a seguito delle vicende del secondo conflitto mondiale. Dodici milioni di italiani scelsero la Repubblica contro i due milioni in meno (erano 10 milioni coloro che votarono a favore della Monarchia) che avrebbero preferito il mantenimento della forma monarchica con casa Savoia.
Mi sia consentito, come presidente di un gruppo politico e consigliere comunale di Imola, una delle città che maggiormente si distinse per il numero di “filo-repubblicani”, esprimere una riflessione.
Oggi è la festa della nostra Italia, della nostra forma istituzionale e della nostra Costituzione, una carta a tutt’oggi invidiata o presa a modello in tutto o in parte per altri paesi, basti avere rudimenti di diritto pubblico comparato e ci si accorge di quante costituzioni degli ultimi sessant’anni si basino sulla nostra.
È un testo nel quale (fortunatamente, ritengo io) i valori cattolici più importanti sono stati e in parte rimangono attualmente il perno dell’impostazione dello Stato.
Centralità della dignità della persona, il principio di solidarietà presente sino dai primi articoli, la centralità del lavoro (non del consumo!), l’inclusione sociale, la pace e la comprensione internazionale: certi valori della cultura cattolica che assieme alla dignità e alla libertà sono permeati fortunatamente nel nostro sistema.
Negli anni dall’inizio della repubblica ad oggi, un impegno, quello dei cattolici, che ha retto le sorti dell’ Italia anche negli anni bui delle contestazioni e del sangue, dei tentativi di svolte autoritarie e di rivoluzioni senza ritorno.
E che chiede, ancora oggi, che sia data a tutti la possibilità di partecipare alla costruzione del Paese per un’ Italia sussidiaria e solidaristica.
Valori che Insieme Si Vince fa propri.
NICOLAS VACCHI
CONSIGLIERE COMUNALE DELLA CITTÀ DI IMOLA
PRESIDENTE GRUPPO CONSILIARE ISV
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