Dotare l’Ospedale di Imola di una direzione stabile, afferente alla Chirurgia, in modo da dare maggiori e puntuali risposte in loco ai cittadini. E’ quanto chiede in una interrogazione rivolta alla Giunta regionale il consigliere di Forza Italia Galeazzo Bignami, proposta condivisa anche dal capogruppo in Consiglio Nicolas Vacchi.
La riflessione nasce a seguito della recente riorganizzazione varata con due accordi tra Azienda Usl di Imola, Azienda Usl di Bologna e Policlinico di Sant’Orsola, per lo sviluppo integrato delle attività di Chirurgia Generale e della Chirurgia Senologica. Tale riorganizzazione farebbe capo a un’unica figura, il direttore della UO Interaziendale di Chirurgia generale ed Urgenza.
“La Città di Imola ha un ospedale di alto livello che dista dal Maggiore più di 40 chilometri – spiegano Bignami e Vacchi – e la scelta di fare riferimento a un grande professionista con molteplici impegni potrebbe presentare alcuni risvolti sui quali andrebbe aperta una riflessione. Il direttore in questione, infatti, gestisce una importante UO di Chirurgia generale al Maggiore dove esegue interventi complessi e gestisce la Chirurgia d’Urgenza dove arrivano casi complessi e urgenti. Inoltre sarebbe a capo del Dipartimento Chirurgico dell’Azienda Usl di Bologna e svolge anche attività in libera professione. Quindi è verosimile supporre che la sua presenza a Imola potrebbe essere solo sporadica. Tale situazione andrebbe attentamente valutata per l’ospedale di Imola che andrebbe dotato di una direzione stabile pur facendo riferimento, per le patologie fortemente specialistiche, ad altre professionalità presenti altrove”.
L’accordo, in sostanza, prevede infatti che i medici del capoluogo si spostino nella città vicina (Imola) per eseguire una serie di interventi e integrare i medici delle strutture imolesi all’interno di una “equipe allargata” mentre i pazienti dell’area imolese verrebbero indirizzati a Bologna per interventi più rischiosi e complessi. Ma Bignami e Vacchi chiedono una maggiore valorizzazione dell’ospedale imolese.
“Un potenziamento in tal senso dell’autonomia dell’ospedale di Imola non escluderebbe infatti la possibilità di operare a livello di reti interaziendali integrate”, concludono i consiglieri.
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