Ieri era, all’inizio della seduta consiliare, le opposizioni unite (NCD, Insieme Si Vince, Forza Italia, e Movimento Cinque Stelle) hanno deciso di lasciare l’aula del Consiglio comunale di Imola.
Eravamo e siamo contrari al modo con cui sono stati “castrati” la democrazia e il dialogo fra forze politiche nella discussione dei numerosi punti che riguardavano la partecipazione.

Il capogruppo di maggioranza, sostenuto dai “mezzi assessori” e dalle stampelle di turno, si è vantato di aver approvato i regolamenti a vantaggio dei cittadini, a vantaggio della fattiva collaborazione per promuovere il senso della comunità, in definitiva a vantaggio della partecipazione dei cittadini (consiglieri comunali di opposizione esclusi) alla gestione della cosa pubblica.

Affermazioni non vere e incoerenti: parlano di partecipazione e aboliscono le elezioni per la consulta delle frazioni, parlano di collaborazione e invece tutto sarà coordinato dal tavolo di garanzia che deciderà per tutti, parlano di partecipazione e invece la quint’essenza della democrazia si è trasformata in una mezza dittatura decisionista di un’Amministrazione che pretendeva di velocizzare i tempi di approvazione dell’intero progetto, strutturato per ben tappare le bocca dei cittadini.

La Maggioranza ieri ha subito un duro colpo, anche se non lo vuole ammettere nei suoi comunicati stampa edulcorati da tutti i vantaggi derivanti delle proposte che dovevano essere discusse in aula.
Ci hanno accusato di non aver contribuito, di non aver preso parte a questo progetto che si prendesse cura dei bisogni delle frazioni e dei quartieri cittadini (questi ultimi ignorati dalle loro proposte), ci hanno accusato di aver fatto tardare i lavori, ci recriminano addirittura di aver avuto sin troppo tempo per discutere questi temi in commissione, ci dicono di non aver fatto proposte significative, e si pavoneggiano per averci approvato qualche emendamento, nonostante la nostra assenza.

Siamo stati talmente propositivi e partecipativi che abbiamo presentato 55 emendamenti, abbiamo avanzato proposte sia durante gli incontri preparatori, sia in commissione. Oltre a voler mettere a tacere i cittadini, ci fanno passare l’approvazione di alcuni nostri emendamenti, come una grazia concessa dall’alto: alla faccia della democrazia, alla faccia del partito che porta il nome di democratico.

Oltre a mettere a tacere i cittadini eliminando le elezioni, i figli del padre padrone dimostrano scarsa conoscenza di statuto comunale e del regolamento consiliare. Forse troppo tardi si sono accorti che le modifiche allo statuto si approvano a maggioranza qualificata dei 2/3 (16 consiglieri su 24), maggioranza che ieri loro stessi non avevano: erano 9 in tutto, poi con una decina di telefonate l’agitatissimo Tarozzi è riuscito a rinfoltire il gruppo fino al numero di 14 teste, non arrivando comunque al numero necessario per la validità della votazione, rendendo di fatto nulli o non eseguibili due regolamenti (Regolamento delle Frazioni e Regolamento dei Beni Comuni) la cui approvazione è strettamente connessa alla approvazione non avvenuta delle modifiche statutarie.

Adesso che succede?

Dopo le nostre sollecitazioni, la Segretaria Generale e la Presidente del Consiglio Comunale si sono accorte che c’è qualcosa che non ha funzionato. Attendiamo fiduciosi che una risposta ci venga fornita e che questa arrivi in fretta. Resta un fatto incontrovertibile che al di la delle dichiarazioni esultanti dei consiglieri di maggioranza chissà se qualcuno avrà il coraggio di raccontare a questa Opposizione, che, unita, è riuscita a ottenere un grande risultato a tutela della vera democrazia.

Alessandro Mirri, Presidente NCD e Vicepresidente del Consiglio

Nicolas Vacchi, Presidente ISV

Simone Carapia, Presidente FI

Daniele Baraccani, Presidente M5S

Claudio Frati, M5S

Manuela Sangiorgi, M5S

Caudia Resta, M5S

Patrik Cavina, M5S