4 marzo 2021
Negli scorsi giorni, nell’ambito della preparazione alla discussione e approvazione del bilancio di previsione del comune di Imola è avvenuto un fatto quantomeno “strano”.
Nella prima commissione convocata, come Presidente del gruppo Fratelli d’Italia e commissario della commissione bilancio, ho rivolto una lunga serie di domande sulla parte delle entrate del documento finanziario, verso il quale il nostro gruppo politico formulerà in questi giorni una serie di numerose proposte.
Particolarmente, ho posto il problema delle percentuali fra proventi e costi per i servizi a domanda individuale, presente nella nota integrativa. In sostanza, per questo tipo di servizi realizzati su richiesta del cittadino, c’è una percentuale che mette in relazione i proventi pagati da chi chiede l’attivazione del servizio e i costi che il servizio comporta. Fra tali servizi è presente anche la voce “Zoo acquario di Imola”. E la percentuale in questione per tale voce è tremendamente negativa: 1,29%, con proventi pari a 300 euro e costi oltre i 23’000 euro. Ho quindi chiesto quindi chiarezza al vicesindaco Castellari con delega al bilancio, che era presente.
Sui servizi a domanda, il vicesindaco, dopo esser stato da me opportunamente stimolato sull’argomento dello Zoo acquario, ha parlato in maniera molto precisa di tutt’altro, di tantissimi servizi a domanda (rette scolastiche, mense, nidi e infanzia, trasporti e scuolabus, servizi culturali), tranne dello Zoo acquario.
Nell’ambito della sua lunghissima risposta di venti minuti, alle mie domande sullo Zoo acquario, Castellari quasi sorvola, dando una risposta oscura e non chiara durata pochi secondi, più o meno di questo tenore: “lo Zoo acquario -provo a ricostruire io a memoria- ha una percentuale di copertura dei costi rispetto ai proventi che è molto piccola, la Giunta ha avviato una riflessione tesa a non perder di vista la valorizzazione del luogo come luogo di cultura e crescita specie verso i ragazzi” e dopo ulteriori chiacchiere che nulla hanno chiarito, il vicesindaco del PD ha continuato “oggi, come Giunta, si sta facendo una riflessione nuova ripensandone un futuro diverso dello Zoo acquario.”
Ma la verità non è proprio così. La verità è che la giunta PD ha già deciso di chiuderlo.
Ritengo gravissima l’omissione di verità da parte del Vicesindaco, che pare aver nascosto la delibera della Giunta n. 33 del 23 febbraio scorso, in cui si dichiara di approvare a chiare lettere la chiusura dello Zoo Acquario di Imola e la conseguente ricollocazione dei pesci e dei rettili ospitati all’interno della struttura presso altre strutture pubbliche o private, dando atto che la struttura è attualmente funzionante unicamente per il mantenimento degli animali tramite contratto di servizi fino al 30 giugno 2021.
E dopo aver deliberato di “disfare” tutto quanto in essere, sembra che si lavino la coscienza politica. Infatti, la delibera a firma del sindaco Panieri e a voto unanime della giunta PD, recita di voler “dare atto che … si provvederà ad avviare il recupero architettonico e funzionale dell’edificio che valorizzi la sua posizione strategica fra il centro storico e la zona adiacente alla stazione ferroviaria e mantenga e rinnovi la destinazione d’uso della struttura, come luogo vocato ad ospitare attività di educazione ambientale, divulgazione scientifica e sostenibilità ambientale, servizi informativi di orientamento e supporto agli alunni e alle famiglie.”
Perché il vicesindaco ha taciuto sulla loro decisione di chiusura dello Zoo acquario? Perché non è stato chiaro quando la mia domanda è stata posta ben una settimana dopo ad una delibera di giunta approvata, che peraltro non passa dal consiglio comunale? Il vicesindaco non sapeva? Eppure la giunta PD ha deciso in una riunione in cui lui era presente. Dimenticanza? Volontà politica di evitare critiche per tale scelta impopolare?
Nella delibera pare emergere velatamente la volontà della Giunta, il ragionamento sembra semplice: costa troppo, e gli incassi non sono minimamente equiparabili alle spese.
Verissimo. Ma invece che trovare una soluzione economica in un’ottica manageriale dell’amministrazione pubblica, si preferisce tagliare corto? Invece che trovare soluzioni, si tronca il problema con la chiusura? E quando si rivolgono domande, sembra volersi nascondere la verità su tale chiusura, con velate omissioni e giri di parole del vicesindaco.
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende. Infatti sembra che la sinistra a guida Panieri abbia paura di perder consenso politico: chiudere un luogo storico come lo Zoo acquario dopo soli cinque mesi di amministrazione è un grosso fallimento politico. Si poteva pensare di imbastire un tavolo con tutte le forze politiche ed i tecnici competenti per addivenire ad una soluzione e ad una maggior “competitività” dell’impianto Zoo Acquario, che esiste ad Imola dal 1985 e contiene una mostra allestita nella struttura con 46 vasche che ricostruiscono, in un percorso ad anello, i diversi ambienti tropicali marini, salmastri e d’acqua dolce, ospitando circa 270 pesci, anfibi e rettili. Perdere tutto questo è perdere un pezzetto di cultura ambientale, animale, scientifica e formativa che era presente in città da quasi quarant’anni.
Come capogruppo di Fratelli d’Italia e vicepresidente del consiglio comunale, chiedo urgentemente di ripensare alla delibera che la giunta ha votato senza il passaggio in consiglio, ed invito a coinvolgere tutte le forze politiche ed i cittadini in un processo partecipato che possa consentire la valorizzazione dello Zoo acquario sia sotto il profilo culturale e scientifico, sia sotto il profilo economico.
Dott. Nicolas Vacchi
Presidente gruppo consiliare Fratelli d’Italia
Vicepresidente consiglio comunale di Imola