Sulla vicenda della registrazione di una bambina come figlia di due donne a Imola, avvenuta ieri 12 ottobre 2018, lungi da noi entrare nel merito delle vicende personali e delle storie delle singole persone, consapevoli del dibattito che anima la materia nel nostro Paese, riteniamo comunque doveroso aprire una riflessione su quanto avvenuto a Imola.
Primo. Cosa e perchè si è voluto spettacolarizzare? Se la genitorialità fosse da spettacolarizzare, allora mamme e papà dovrebbero essere tutti i giorni sui giornali. O forse è la omogenitorialità che si è voluta spettacolarizzare? La sfida lanciata alla famiglia cosiddetta “tradizionale”, considerata da certi probabilmente obsoleta e superata?
Secondo. Poi c’è il tema giuridico. Il sindaco Manuela Sangiorgi ha forzato la norma, come sta avvenendo in molti altri Comuni d’Italia. La prima cittadina si è assunta dunque la responsabilità di superare norme di legge e sentenze della magistratura colmando presunti vuoti normativi e giurisprudenziali: a che titolo? si tratta in ogni caso di funzioni che non parrebbero rientrare tra le competenze dei sindaci e degli enti locali. Su tali atti di registrazione, tra l’altro, si sta attendendo il parere dell’Avvocatura dello Stato.
Terzo. Il tema dei diritti, e aggiungo io, dei doveri. Nel nostro Paese non esistono diritti negati ai minori, i quali sono tutelati senza distinzione alcuna, anche se concepiti fuori dal matrimonio, anche se in presenza di solo genitore, anche se orfani, anche se apolidi e dunque privi di cittadinanza. Esiste però un dovere generale nell’Ordinamento di interpretare le norme nell’interesse superiore del minore.
Pertanto questi atti, varati in assenza di una chiara normativa nazionale si traducono in mere strumentalizzazioni ideologiche, perché non poggiano su norme nazionali chiare, razionali e univoche, ma solamente su decisioni arbitrarie assunte eventualmente dal sindaco di turno. Ho pertanto ritenuto opportuno depositare un Esposto al Prefetto di Bologna, affinché esprima come rappresentante territoriale del Governo Italiano, un parere univoco sulla vicenda, definendo se tali atti siano effettivamente compatibili con la vigente normativa in materia, oppure se siano, più verosimilmente, illegittimi.
Del tema da tempo si sta interessando l’Onorevole Galeazzo Bignami che aveva già depositato presso il Ministero dell’Interno una interrogazione su tali vicende. Oltre ad attendere il parere dell’Avvocatura dello Stato, il Ministero chiarisce un sostanziale punto fermo e cioè che “secondo il vigente ordinamento di stato civile, gli atti di nascita si formano e si iscrivono nei relativi registri indicando, quali genitori, la madre partoriente ed il padre biologico. Tale principio viene anche riaffermato con riferimento all’annotazione nell’atto di nascita del riconoscimento di filiazione che richiede, sempre, la preventiva verifica in capo al soggetto dichiarante della condizione di paternità o di maternità”.
Prima vengono i veri interessi e il bene dei bambini: basta con i capricci ideologici della politica.
NICOLAS VACCHI
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