Lunedì prossimo dovremo discutere in commissione l’adozione della variante 2 al R.U.E. Regolamento urbanistico edilizio.
Rimango sconcertato per l’ennesimo sfregio compiuto dalla Giunta alle istituzioni come il Consiglio Comunale: consegnare ai consiglieri comunali centinaia di pagine di documenti e diversi tomi di un regolamento urbanistico e dare ai membri del consiglio stessi pochissimi giorni di preavviso per studiarli e prepararli è una violenza all’organo sovrano della città. Ultimamente sembra essere un modus operandi piuttosto gradito, quasi a svilire l’organo consiliare.
Poiché Insieme Si Vince vanta un gruppo attivo e composto da diverse professionalità, nonostante tutto sono stato in grado, con il supporto dell’intera civica, di analizzare i documenti.
Soprassedendo sul modo, per analizzare i contenuti, le varianti in materia di terreni agricoli sono molte e lasciano perplessi.
La normativa attuale impedisce di vincolare terreni agricoli ad uso edificabile per gli imprenditori agricoli sopra i 40 anni di età e inoltre l’attuale norma per coloro che possono edificare vincola i terreni necessari per il raggiungimento della quota di edificabilità prevista in ambito comunale.
Mentre la modifica che si vorrà apporre allarga i confini dei vincoli in ambito circondariale e non più comunale.
La politica che sottende queste decisioni è incoerente: da un lato si mettono in essere restrizioni anagrafiche (di dubbia equità) mentre dall’altra si prevede una espansione “geografica” circa il funzionamento del vincolo.
È prevista quella che definirei una sostanziale equiparazione dei servizi agricoli con i servizi alla residenza.
Su questo il punto interrogativo è d’obbligo. Si potrà trasformare un edificio agricolo in un servizio alla residenza? Oppure no?
Poi ancora all’Art 4.5.1, sugli edifici residenziali esistenti ai quali è associato un altro edificio adibito a servizio, si inibisce quasi totalmente la possibilità di riqualificare questi fabbricati, ma la domanda è spontanea: Se su un certo fabbricato non sussiste più una destinazione agricola, e non possiamo riqualificarlo, aspettiamo che venga giú? Mi sembra sia una scelta amministrativa che vada in parte in controtendenza al decreto del “fare” che stimolava le riqualificazioni.
Ed infine esprimo preoccupazione sullo scenario che si potrebbe aprire limitatamente al nuovo “metodo di pagamento” degli oneri di urbanizzazione.
Se prima, infatti, a fronte di infrastrutture e dotazioni messe a disposizione dalla PA, si pagava il Comune che incassava a bilancio sotto forma di oneri (che poi venivano riutilizzati per investimenti e opere pubbliche), secondo queste nuove disposizioni si potrà pagare con opere di pari importo.
Se varrà la legge sugli appalti, il privato cittadino potrà diventare una stazione appaltante a tutti gli effetti? Per pagare il dovuto si sostituirà all’amministrazione nella gestione delle opere pubbliche?
Come si potrà gestire un sistema così complicato?
Propongo di modificare almeno quest’ultimo aspetto: si possa prevedere di lasciare anche la modalità di pagamento con monetizzazione.
In sintesi, le ragioni che sottendono queste modifiche alle norme vanno identificate in dubbie politiche imposte su scala regionale, oppure trovano la loro ragion d’essere in altre circostanze meno chiare?
CONS. NICOLAS VACCHI
Consigliere comunale di Imola
Presidente del Gruppo consiliare ISV
Via Appia 11/b Imola (BO)
Tel. Mobile 338.7323031
Email info@nicolasvacchi.it
Sito web www.nicolasvacchi.it
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