NOTA SUL VIOLENTO ATTENTATO DI NIZZA

NOTA SUL VIOLENTO ATTENTATO DI NIZZA

In queste gravi ore, il nostro sguardo raggiunge Nizza. Il vile attacco nella Promenade della città della costa Francese è una ferita alla nostra Unione Europea, che da sempre si prefigge di essere emblema di unità, giustizia e libertà, ma soprattutto è un attacco alla democrazia e ai valori occidentali.
Da persona impegnata nelle istituzioni repubblicane, affermo che è ora di finirla con la retorica di circostanza o da “tweet”. E per questo la mia riflessione parte dal porsi un metodo chiaro per confrontarsi con questo fenomeno.
Anzitutto, da cattolico, il primo criterio con cui reagire quando sussiste una azione che “è male”, è contrastare denunciando questo “male”, condannarlo e non tacerlo. Un sistema sociale o politico od anche solo culturale che fa della violenza un mezzo per comunicare e per autoaffermarsi non deve esistere. Non è possibile che il male stia col bene. Non è possibile che il terrorismo si faccia passare pe r integrazione.
Alla luce dei fatti, nel momento in cui si punta a destabilizzare il vivere quotidiano in un Europa già di per sè piena di problemi, quello è il momento in cui questa Europa deve reagire. Una Europa, martoriata di morte, di sangue, di famiglie che piangono i propri cari, non può nella maniera piu’ assoluta tollerare questi attentati, sferrati da un nemico comune che è il terrorismo.
Da cattolico, non strumentalizzo il perdono, tirare fuori il perdono è troppo retorico e poco costruttivo in questo momento. Qui si sta ragionando su una impostazione di società: il perdono si costruisce quando si definisce un terreno di giustizia, dove politica, diritto e società stessa fanno la loro parte.
Per fare la propria parte è necessario porsi i possibili canoni per risolvere la questione: ci sono criteri in gioco? Il tipo di convivenza multietnica così come fino ad oggi pensata sta portando dei frutti? Dietro questa violenza cosa c’è? Fanatismo religioso o interessi economici? E utile smascherare le vere ragioni che conducono a queste lesioni inenarrabili.
Esistono dei criteri sociali che noi stiamo incarnando nella nostra cultura e che predispongono a una violenza? L’idea di interculturalità che abbiamo quale è? L’accoglienza? Va bene accogliere indiscriminatamente oppure bisogna affrontare seriamente i problemi sociali e dare ad essi una risoluzione efficace?
Se vogliamo continuare a vedere morire bambini, donne e uomini senza colpa alcuna, continuiamo per la strada della retorica, delle fiaccole e degli hashtag, se vogliamo parlare seriamente di come affrontare i problemi dobbiamo porci dei criteri come quelli indicati: concretezza, denuncia del male, comprendere l’origine dello stesso, mano ferma nelle decisioni politiche.
Ciascuno di noi, nelle forme possibili, dia un segnale di generosità umana ed anche concreta, di solidarietà e di preghiera, di reazione a simili atti.
Restiamo insieme, come dicevano i grandi europeisti degli anni ’50, “solo insieme saremo forti.”

Grazie per la cortese attenzione.

NICOLAS VACCHI
Consigliere Comunale della Città di Imola
Presidente del gruppo Consiliare “Insieme si vince”

3387323031

15/07/2016
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