Il DUP è l’importante documento triennale di programmazione che prospetta le iniziative e gli obiettivi strategici dell’amministrazione comunale.
Un documento tecnico che dovrebbe -di norma- fotografare la situazione di quanto operativamente fatto è di quanto si intende ancora svolgere, una sorta di esplicazione tecnica di quello che dovrebbe essere il programma elettorale di chi amministra.
Ebbene dico “di norma” poiché oggi assistiamo a un DUP che risulta nei fatti il manifesto elettorale del PD imolese.
Infatti il DUP che abbiamo in mano oggi per il futuro triennio è nutrito di contenuti programmatici e politici che peraltro insitono sul futuro mandato legislativo che inizierà dopo le amministrative del 2018.
Come se il sindaco Manca e la sua Giunta lasciassero una sorta di testamento con le linee guida per la futura amministrazione che loro potrebbero già dare per scontato essere ancora di sinistra, nella naturale tracotanza della fazione che ha sempre governato la città.
Il DUP ha una rilevanza strategica e una sua valenza di atto di programmazione della vita dell’Ente, a mio avviso i consiglieri comunali debbono poter espletare il loro mandato su un documento tecnico e non su un manifesto politico autocelebrativo.
Specie i consiglieri di minoranza debbono essere posti in condizione di esercitare la indispensabile funzione di controllo sull’adeguatezza dell’azione amministrativa programmata dalle forze politiche che sostengono il Sindaco e l’esecutivo cittadino, quindi oggi dovrei dare un voto al programma elettorale del PD oppure a un documento di programmazione strategico-amministrativa?
La parte dei lavori pubblici notifica semplicemente i lavori in corso d’opera e in programma, tutti tassativamente terminabili nel periodo più giusto per andare a tagliare nastri in giro per la città e prendere qualche preferenza in più.
I problemi di sicurezza, fragilità sociali e welfare, di sviluppo economico, sono tutti fortemente persistenti e non saranno cinque righe su un documento presupposto del bilancio a risolvere la situazione, ma le scelte concrete che si andranno a effettuare nella complessa struttura di bilancio di previsione.
Agli slogan, preferisco le proposte concrete.
Cons. Nicolas Vacchi
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